mercoledì 30 aprile 2008

Tutto e niente



Ci sono dei giorni in cui non c'è molto da dire, però rimane forte la voglia di scrivere, per comunicare, anche solo per riempire lo spazio, anche se so che quello emotivo è a volte più grande della distanza che mi separa dall'Europa.
Ed in verità le cose da dire potrebbero essere infinite, solo la pioggia ed il sole, che da noi risultano quasi banali, qui sono elementi così estranei per le nostre sensibilità, che meriterebbero molte parole.
Le strade disconesse, i marciapiedi che ti obbligano a slalom improbabili, per evitare immondizia o buche, gli autobus che fanno sobbalzi in grado di spaccarti l'osso sacro, i supermercati che sono uguali in tutto il mondo, la Città in pieno sviluppo, gli indios che vivono sospesi tra le loro comunità in mezzo alla foresta o che studiano ingegneria florestale, la cooperazione che segue binari contorti che spesso non capisco, il denaro sopra ogni cosa, i ragazzi che fumano palline di pasta di coca in alberghi del centro, le birre scadenti, la musica neomelodica in un bar all'ora del tramonto ed un vorticare di eventi o semplicemente la routine e la sua noia.
Intanto guardo la palma agitata dal vento, fuori dalla biblioteca dove mi infilo per usare internet, di una delle mille università private, dove le ragazze entrano in gingheri, come fosse giorno di festa.
I contrasti fatti di immagini fugaci attraverso un finestrino, o da una barca. Il polo industriale più grande del nord dell'America Latina e le case di legno dei ribeirinhos, gli abitanti delle rive dei fiumi, mescolanza di portoghesi, indios, africani, che vivono di pesca e di allevamento. I giovani che si stordiscono di canne vagando nella notte, i barboni che sniffano colla o bevono cachaça di pessima qualità, per poi finire sdraiati su dei cartoni laceri su un marciapiede del centro.
La pioggia insistente che scorre insieme agli scariche delle case, lungo i marciapiedi, le barche che affondano perchè stracariche di passeggeri, i litigi senza fine tra clan indigeni urbanizzati, il centro deserto la domenica pomeriggio, la frutta dalle proprietà innumerevoli, la nostalgia delle cose banali, come può esserlo un pezzo di formaggio di capra, la musica melodica di Alceu Valença cantautore di Bahia.
Un tutto fatto di cose piccole e impercettibili, un niente enorme come può esserlo la foresta.

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